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Silvio Borione, il Biund, compie dieci anni pochi giorni dopo il primo bombardamento su Torino. Figlio del quartiere operaio di borgo San Paolo, divide gli anni feroci della guerra tra la sopravvivenza in una città distrutta e una spontanea lotta partigiana, tra la vita di strada e dei cortili e la costante ricerca di sbarazzarsi di quella fame che sente «fin dentro le unghie». Con una buona dose di coraggio e incoscienza, appoggia la Resistenza prendendo parte a sabotaggi, conflitti a fuoco, fughe, attacchi dinamitardi e rapine, in un gioco dove la posta è la vita stessa. Ad animare le sue gesta, sempre e comunque, una "fame instancabile": il filo conduttore di un'esistenza spesa senza tregua dalla parte giusta della barricata.